6 maggio 2011, sciopero generale indetto dalla CGIL
vai alla pagina delle iniziative in Campania
vai al sito della FLC Nazionale
I lavoratori pubblici della conoscenza si ribellano, ci vuole una primavera anche per scuola, università, ricerca e AFAM.
Il 6 maggio 2011, le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza scioperano per l’intera giornata insieme a tutto il mondo del lavoro. Diciamo basta al declino. Il 4 febbraio a Palazzo Chigi è andata in scena una recita con un copione già visto, un ulteriore accordo farsa che puntella un governo alla frutta.
Una controriforma della Pubblica amministrazione agonizzante è stata rivitalizzata da firme compiacenti in calce ad un testo umiliante.
Per i lavoratori oltre al danno la beffa, voler spacciare questo accordicchio per una vantaggiosa conquista è paradossale.
Cosa portano quelle firme? Rinnovo dei contratti? Recupero dell’inflazione? Sblocco delle anzianità? Stabilità per i precari? Le elezioni delle RSU? No, niente di tutto questo.
La CGIL non ha firmato perché queste sono le priorità, queste le grandi questioni che vorremmo affrontare.
Invece, non ci sono risorse per la contrattazione, diminuisce il potere reale delle retribuzioni, è bloccata la mobilità professionale, si nega ai lavoratori di eleggere i propri rappresentanti per paura di dover rendere conto del proprio operato, vengono inasprite le sanzioni disciplinari.
Si sancisce una odiosa divisione dei lavoratori in fasce di produttività prestabilite, peggio, alcuni di loro sono etichettati come fannulloni a prescindere (come diceva Totò). Dato che non ci sono soldi, il 25% sarà comunque escluso da premi.
Ma che premi! Praticamente una trasfusione, dalla scuola esanime, dalla riduzione del diritto allo studio, dall’asfissia delle università, dalla ricerca pubblica sottoposta ad un salasso di risorse e intelligenze, dalle prospettive di vita dei precari.
Per questo la FLC CGIL chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori a ribellarsi. Mettiamo fine a questo scempio.
Il Paese ha bisogno di una svolta, la conoscenza è futuro, fermiamo il ritorno al passato.
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Indecorosi. Una vera pantomima la riunione di venerdì scorso a Palazzo Chigi, durante la quale è stata presentata l’intesa per la gestione del regime transitorio per quanto attiene l’applicazione del Decreto Brunetta. Il testo era stato condiviso in precedenza con CISL e UIL, stante il fatto che, mentre il Ministro Brunetta non ne aveva avviato ancora la lettura, già alcuni siti sindacali pubblicavano l’Intesa, la scheda tecnica e persino il volantino.
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I lavoratori pubblici della conoscenza si ribellano, ci vuole una primavera anche per scuola, università, ricerca e AFAM.
Il 6 maggio 2011, le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza scioperano per l’intera giornata insieme a tutto il mondo del lavoro. Diciamo basta al declino. Il 4 febbraio a Palazzo Chigi è andata in scena una recita con un copione già visto, un ulteriore accordo farsa che puntella un governo alla frutta.
Una controriforma della Pubblica amministrazione agonizzante è stata rivitalizzata da firme compiacenti in calce ad un testo umiliante.
Per i lavoratori oltre al danno la beffa, voler spacciare questo accordicchio per una vantaggiosa conquista è paradossale.
Cosa portano quelle firme? Rinnovo dei contratti? Recupero dell’inflazione? Sblocco delle anzianità? Stabilità per i precari? Le elezioni delle RSU? No, niente di tutto questo.
La CGIL non ha firmato perché queste sono le priorità, queste le grandi questioni che vorremmo affrontare.
Invece, non ci sono risorse per la contrattazione, diminuisce il potere reale delle retribuzioni, è bloccata la mobilità professionale, si nega ai lavoratori di eleggere i propri rappresentanti per paura di dover rendere conto del proprio operato, vengono inasprite le sanzioni disciplinari.
Si sancisce una odiosa divisione dei lavoratori in fasce di produttività prestabilite, peggio, alcuni di loro sono etichettati come fannulloni a prescindere (come diceva Totò). Dato che non ci sono soldi, il 25% sarà comunque escluso da premi.
Ma che premi! Praticamente una trasfusione, dalla scuola esanime, dalla riduzione del diritto allo studio, dall’asfissia delle università, dalla ricerca pubblica sottoposta ad un salasso di risorse e intelligenze, dalle prospettive di vita dei precari.
Per questo la FLC CGIL chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori a ribellarsi. Mettiamo fine a questo scempio.
Il Paese ha bisogno di una svolta, la conoscenza è futuro, fermiamo il ritorno al passato.
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Indecorosi. Una vera pantomima la riunione di venerdì scorso a Palazzo Chigi, durante la quale è stata presentata l’intesa per la gestione del regime transitorio per quanto attiene l’applicazione del Decreto Brunetta. Il testo era stato condiviso in precedenza con CISL e UIL, stante il fatto che, mentre il Ministro Brunetta non ne aveva avviato ancora la lettura, già alcuni siti sindacali pubblicavano l’Intesa, la scheda tecnica e persino il volantino.