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20101208 Interventi – “Gelmini, cittadinanza e Costituzione: i tagli e gli sprechi”. Articolo di Franco Labella su L’Unità on line

8 dicembre 2010

Quale formazione? Riflessioni
Sezione dedicata agli interventi sulle tematiche della conoscenza che ci pervengono
Per intervenire inviare il proprio contributo a campania@flcgil.it
 

Gelmini, cittadinanza e Costituzione: i tagli e gli sprechi

di Franco Labella | tutti gli articoli dell’autore

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Spicchi d’aglio: la politica scolastica e il ministro Gelmini.

Perchè l’aglio? Insaporisce i cibi, ha anche proprietà curative ma può risultare leggermente indigesto: proprio come la controriforma del duo-Tremonti-Gelmini. Il professor Franco Labella è un insegnante di Diritto ed Economia nell’Istituto Superiore “Villari” di Napoli. Contro il riordino gelminiano e l’eliminazione del Diritto dalle scuole superiori italiane, il prof un anno fa ha lanciato un appello in rete a cui hanno aderito oltre 2.000 persone e che è stato firmato, tra gli altri, da docenti universitari come i professori Stefano Ceccanti, Alessandro Pace e Stefano Rodotà, artisti dal forte impegno civile come Moni Ovadia ed esponenti della società civile impegnati nella difesa della legalità e nella lotta alla criminalità organizzata come Rita Borsellino, Don Tonino Palmese e Giovanni Impastato. Inoltre, nel marzo del 2009 Labella ha fondato il Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e Economia, che raccoglie oltre 150 docenti di 17 regioni e di cui è attualmente è il Coordinatore nazionale. Gli Spicchi, però, sono opera del solo prof. Labella e non coinvolgono il Coordinamento nazionale.

 
 
 
 
 
 
 
Cittadinanza e Costituzione: dopo i tagli gli sprechi

Il giovane Ministro è visibilmente stanco.
La settimana scorsa l’on. Mariastella Gelmini ha votato, alla Camera, contro un emendamento proposto dal giovane Ministro Mariastella Gelmini.
Contro se stessa insomma.

O forse era la sosia degli Spicchi della settimana scorsa?

Sempre la settimana scorsa si è anche materializzata una nuova puntata della telenovela “Cittadinanza e Costituzione”, la disciplina che non c’è e che quindi, non viene valutata con un voto.

L’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha deciso di finanziare un corso di formazione di cultura costituzionale organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano e promosso su iniziativa della costituzionalista Lorenza Violini.

Il corso è destinato anche ai docenti di Storia delle superiori che insegnano Cittadinanza e Costituzione.

Quando nell’agosto del 2008 il giovane Ministro annunciò, in favore delle telecamere e col Presidente del Consiglio Berlusconi al suo fianco, “una nuova disciplina , con valutazione autonoma, nelle scuole di ogni ordine e grado”, lo stupore fu notevole.

Perché quella decisione si accompagnava alla intenzione, poi realizzata da quest’anno col riordino, di eliminare lo studio del Diritto in tutti i Licei e nei Trienni di Tecnici e Professionali.

Diritto costituzionale versus “Cittadinanza e Costituzione”?

Il prologo è, come il lettore degli Spicchi converrà, di tutto rispetto.
In un primo momento il giovane Ministro, con un comunicato, annunciò pure che ad insegnare “Cittadinanza e Costituzione” sarebbero stati, alle superiori, i soli docenti di Storia, docenti che nei loro curricola universitari non hanno percorsi od esami prossimi al Diritto pubblico e al Diritto costituzionale.

I docenti di Discipline giuridiche ed economiche, per il giovane Ministro, non avevano titolo per parlare di Costituzione e diritti.

Per un giovane Ministro che parla di rispetto delle competenze e di valutazione del merito non c’è male, ma questa è solo la prima delle numerose contraddizioni (frutto della stanchezza segnalata all’inizio?) che costellano la vicenda di “Cittadinanza e Costituzione”.

Arriviamo così alle contraddizioni successive e cioè al fatto che Cittadinanza e Costituzione nelle superiori oggetto del riordino, non ha un monte ore proprio e non ha un voto in pagella.

Ma come? Ed il “traguardo epocale” della conferenza stampa televisiva dell’agosto del 2008?

La nuova disciplina con valutazione autonoma degrada, nonostante i funambolismi dell’ultimo comunicato del MIUR, ad Educazione civica e resta senza voto.

Ma chi la deve insegnare (i docenti di Storia e poi anche i docenti di Diritto nei pochissimi indirizzi dove, bontà del giovane Ministro, sono ancora presenti dopo il riordino) che tipo di contenuti si vede proporre?
Non voglio svelare la sorpresa, che il lettore, se vuole, lo scopra da sè.

O meglio, lo intuisca da queste due circostanze.

Il Miur firma un protocollo d’intesa.

Con la Società di Storia Patria o con le associazioni professionali dei pedagogisti direte voi visto che i contenuti giuridici non sono tutto.

Basta applicare il noto paradosso dell’”Educazione alla legalità senza le leggi” di Marco Bruschi, giovane consigliere politico della Gelmini.

Errore: il protocollo la Gelmini lo firma con l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti presieduta all’epoca da Alessandro Pace.

Va bene sarà un caso, certo i contenuti di C&C sono quasi esclusivamente giuridici e poi, aspettate, magari il giovane Ministro coinvolgerà qualche Facoltà di Lettere o di Pedagogia.

Altro errore: oggi arrivano i costituzionalisti della Facoltà di Giurisprudenza di Milano.

Keynes per spiegare l’intervento dello Stato adoperò il noto apologo delle buche da scavare e delle buche da colmare in tempi diversi di crisi economica.

Anche il giovane Ministro è, a dispetto della sua coalizione, keynesiana.
Con una mano toglie l’insegnamento del Diritto (e licenzierà i docenti di questa disciplina), con l’altra mano, però, spende soldi pubblici per formare i docenti di Storia che hanno preso il loro posto per insegnare…….. il Diritto costituzionale che apprenderanno frequentando il corso della Facoltà di Giurisprudenza.

Come tagliare e sprecare contemporaneamente ed in relazione ad una sola questione.

Ma poi il giovane Ministro non continua a tuonare contro gli sprechi di alcuni corsi o Facoltà universitarie, i microcorsi spesso inutili se non, dice la Gelmini, a far sopravvivere cattedre e baroni?

Ho cambiato idea rispetto a qualche Spicchio fa: datele il Nobel per l’Economia o affidate al giovane Ministro il dicastero dell’Economia.

Oppure, magari, fatela riposare.

E l’appello è rivolto anche al popolo dei tetti.

 
1 dicembre 2010
 

8 dicembre 2010

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Gelmini, cittadinanza e Costituzione: i tagli e gli sprechi

di Franco Labella | tutti gli articoli dell’autore

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Spicchi d’aglio: la politica scolastica e il ministro Gelmini.

Perchè l’aglio? Insaporisce i cibi, ha anche proprietà curative ma può risultare leggermente indigesto: proprio come la controriforma del duo-Tremonti-Gelmini. Il professor Franco Labella è un insegnante di Diritto ed Economia nell’Istituto Superiore “Villari” di Napoli. Contro il riordino gelminiano e l’eliminazione del Diritto dalle scuole superiori italiane, il prof un anno fa ha lanciato un appello in rete a cui hanno aderito oltre 2.000 persone e che è stato firmato, tra gli altri, da docenti universitari come i professori Stefano Ceccanti, Alessandro Pace e Stefano Rodotà, artisti dal forte impegno civile come Moni Ovadia ed esponenti della società civile impegnati nella difesa della legalità e nella lotta alla criminalità organizzata come Rita Borsellino, Don Tonino Palmese e Giovanni Impastato. Inoltre, nel marzo del 2009 Labella ha fondato il Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e Economia, che raccoglie oltre 150 docenti di 17 regioni e di cui è attualmente è il Coordinatore nazionale. Gli Spicchi, però, sono opera del solo prof. Labella e non coinvolgono il Coordinamento nazionale.

 
 
 
 
 
 
 
Cittadinanza e Costituzione: dopo i tagli gli sprechi

Il giovane Ministro è visibilmente stanco.
La settimana scorsa l’on. Mariastella Gelmini ha votato, alla Camera, contro un emendamento proposto dal giovane Ministro Mariastella Gelmini.
Contro se stessa insomma.

O forse era la sosia degli Spicchi della settimana scorsa?

Sempre la settimana scorsa si è anche materializzata una nuova puntata della telenovela “Cittadinanza e Costituzione”, la disciplina che non c’è e che quindi, non viene valutata con un voto.

L’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha deciso di finanziare un corso di formazione di cultura costituzionale organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano e promosso su iniziativa della costituzionalista Lorenza Violini.

Il corso è destinato anche ai docenti di Storia delle superiori che insegnano Cittadinanza e Costituzione.

Quando nell’agosto del 2008 il giovane Ministro annunciò, in favore delle telecamere e col Presidente del Consiglio Berlusconi al suo fianco, “una nuova disciplina , con valutazione autonoma, nelle scuole di ogni ordine e grado”, lo stupore fu notevole.

Perché quella decisione si accompagnava alla intenzione, poi realizzata da quest’anno col riordino, di eliminare lo studio del Diritto in tutti i Licei e nei Trienni di Tecnici e Professionali.

Diritto costituzionale versus “Cittadinanza e Costituzione”?

Il prologo è, come il lettore degli Spicchi converrà, di tutto rispetto.
In un primo momento il giovane Ministro, con un comunicato, annunciò pure che ad insegnare “Cittadinanza e Costituzione” sarebbero stati, alle superiori, i soli docenti di Storia, docenti che nei loro curricola universitari non hanno percorsi od esami prossimi al Diritto pubblico e al Diritto costituzionale.

I docenti di Discipline giuridiche ed economiche, per il giovane Ministro, non avevano titolo per parlare di Costituzione e diritti.

Per un giovane Ministro che parla di rispetto delle competenze e di valutazione del merito non c’è male, ma questa è solo la prima delle numerose contraddizioni (frutto della stanchezza segnalata all’inizio?) che costellano la vicenda di “Cittadinanza e Costituzione”.

Arriviamo così alle contraddizioni successive e cioè al fatto che Cittadinanza e Costituzione nelle superiori oggetto del riordino, non ha un monte ore proprio e non ha un voto in pagella.

Ma come? Ed il “traguardo epocale” della conferenza stampa televisiva dell’agosto del 2008?

La nuova disciplina con valutazione autonoma degrada, nonostante i funambolismi dell’ultimo comunicato del MIUR, ad Educazione civica e resta senza voto.

Ma chi la deve insegnare (i docenti di Storia e poi anche i docenti di Diritto nei pochissimi indirizzi dove, bontà del giovane Ministro, sono ancora presenti dopo il riordino) che tipo di contenuti si vede proporre?
Non voglio svelare la sorpresa, che il lettore, se vuole, lo scopra da sè.

O meglio, lo intuisca da queste due circostanze.

Il Miur firma un protocollo d’intesa.

Con la Società di Storia Patria o con le associazioni professionali dei pedagogisti direte voi visto che i contenuti giuridici non sono tutto.

Basta applicare il noto paradosso dell’”Educazione alla legalità senza le leggi” di Marco Bruschi, giovane consigliere politico della Gelmini.

Errore: il protocollo la Gelmini lo firma con l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti presieduta all’epoca da Alessandro Pace.

Va bene sarà un caso, certo i contenuti di C&C sono quasi esclusivamente giuridici e poi, aspettate, magari il giovane Ministro coinvolgerà qualche Facoltà di Lettere o di Pedagogia.

Altro errore: oggi arrivano i costituzionalisti della Facoltà di Giurisprudenza di Milano.

Keynes per spiegare l’intervento dello Stato adoperò il noto apologo delle buche da scavare e delle buche da colmare in tempi diversi di crisi economica.

Anche il giovane Ministro è, a dispetto della sua coalizione, keynesiana.
Con una mano toglie l’insegnamento del Diritto (e licenzierà i docenti di questa disciplina), con l’altra mano, però, spende soldi pubblici per formare i docenti di Storia che hanno preso il loro posto per insegnare…….. il Diritto costituzionale che apprenderanno frequentando il corso della Facoltà di Giurisprudenza.

Come tagliare e sprecare contemporaneamente ed in relazione ad una sola questione.

Ma poi il giovane Ministro non continua a tuonare contro gli sprechi di alcuni corsi o Facoltà universitarie, i microcorsi spesso inutili se non, dice la Gelmini, a far sopravvivere cattedre e baroni?

Ho cambiato idea rispetto a qualche Spicchio fa: datele il Nobel per l’Economia o affidate al giovane Ministro il dicastero dell’Economia.

Oppure, magari, fatela riposare.

E l’appello è rivolto anche al popolo dei tetti.

 
1 dicembre 2010
 

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