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20110506 CGIL – Sciopero generale del 6 maggio 2011. Foto e cronaca della giornata

6 maggio 2011

 

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Sciopero generale in Campania [da cgil.it]

E’ l’Italia migliore quella che ha scioperato oggi alla giornata di mobilitazione nazionale della Confederazione. L’Italia del lavoro che, unita in un grido comune dal Piemonte alla Sicilia, rivendica sviluppo per il Paese, un fisco più equo, diritti e dignità.
A Napoli, la manifestazione regionale è stata aperta dallo striscione “Si alla crescita e al lavoro. No ai tagli allo stato sociale e ai diritti”. In migliaia, i lavoratori e le lavoratrici di tutti i comparti produttivi (dal tessile, all’agroindustria) insieme agli studenti, ai precari, agli immigrati, ai pensionati della Campania hanno sfilato lungo le strade del capoluogo partenopeo, da piazza San Francesco a piazza Dante, dove si è tenuto il comizio della segretaria generale  Susanna Camusso.
Oltre tremila gli immigrati che hanno partecipato alla mobilitazione. Fermo il trasporto pubblico locale con un tasso di adesione a livello regionale del 50% e il blocco del servizio dei trasporto per la città di Napoli con il fermo della linea della metropolitana 1, della cumana e circumflegrea, della circumvesuviana.
Ventritré i voli cancellati a Capodichino e sensibile l’adesione anche del trasporto su gomma, con un’adesione del 35%.
Totali le adesioni dei lavoratori della clinica Center e dell’agenzia per la difesa CERIMART. Hanno scioperato inoltre, l’80% dei lavoratori della clinica Mediterraneo, il 65% degli addetti della Napoli Servizi, l’80% dei lavoratori di Città della Scienza, il 45% dei lavoratori Ipercoop, il 50% degli addetti dell’Avvocatura di Stato. DEl 60% l’adesione dei forestali, hanno toccato punte dell’80% quelli dei consorzi di bonifica e agrari. Hanno incrociato le braccia il 60% dei lavoratori edili impegnati nei cantieri delle linee 1 e 6 della metropolitana e il 70% degli addetti delle aziende Cementir di Maddaloni e Monnier di Avellino.
Gli interventi sul palco sono stati aperti da una giovane immigrata di seconda generazione, Susan Darboe, mediatrice culturale nata ad Aversa ma di origini nigeriane, che ha denunciato le condizioni degli immigrati nel CIE di Santa Maria Capua Vetere.
A seguire, il racconto di un ricercatore dell’Enea sulla vicenda del padre, ex operaio dell’Eternit morto per un mesotelioma; le testimonianze di una forestale; una giornalista precaria; un lavoratore metalmeccanico; un pensionato. Sul palco anche Biagio Luongo, sindaco di campagna, che ha denunciato i tagli alla cultura e le loro ripercussioni sul museo della Shoah della cittadina salernitana, Sergio D’Angelo del comitato il welfare non è un lusso e Maria Pia Zanni del comitato per l’acqua pubblica.
A concludere l’intervento della segretaria generale che ha puntato a smascherare, ad una ad una, tutte le bugie raccontate dal Governo a partire dal suo insediamento e dalla questione dei rifiuti, che puntualmente viene utilizzata a scopo esclusivamente elettorale, denunciando la mancanza di interventi seri a sostegno dello sviluppo economico, una questione nazionale che non può prescindere dal Sud; dei giovani; dei migranti.
“Noi non meritiamo questo Governo” ha affermato la Camusso. “Un Governo che non ci reputa lavoratori e cittadini ma dei sudditi da cui spremere risorse”. 
Al centro dell’intervento del segretario generale anche la situazione del Maghreb: “dobbiamo avere un rapporto di fratellanza con i paesi del Nord Africa. Un paese civile dovrebbe essere al  fianco di quei popoli mai contro di loro” e il piano di sviluppo.
“Che piano di sviluppo è per il Paese – ha detto – se non si parte dal Mezzogiorno?”  “Se non c’è un’idea sul Mezzogiorno è tutto il Paese che arretra”.
La Camusso infine si è rivolta a Confindustria e a Cisl e Uil, chiedendo alla prima un bilancio della strategia di divisione dei sindacati, di pratica degli accordi separati e di deroghe ai diritti dei lavoratori di cui è stata protagonista e ai secondi di ripartire dal fisco e dalla manifestazione di giugno ad essa legata per ricostruire i rapporti e l’unità sindacale. “Perché non farla insieme?”,  propone Camusso dal palco. “Troviamo un punto che segni la nostra autonomia come organizzazioni sindacali a partire da un’idea: chi ha di più deve pagare di più”.

A seguito della manifestazione la segretaria ha raggiunto la Curia partenopea per un incontro, con al centro il tema del lavoro, con il cardinale Sepe.
Nel corso dell’incontro la Camusso ha illustrato le motivazioni dello sciopero e sono stati affrontati i problemi del lavoro in Campania e nel Mezzogiorno, con particolare riferimento alla condizione dei giovani.
Il Cardinale Sepe ha sottolineato i problemi che attraversano il Paese e la città di Napoli e la necessità di rispondere alla forte richiesta di lavoro che viene dalle nostre terre che costituisce l’unica forza in grado di contrastare la criminalità organizzata e ha invitato la segretaria generale, Susanna Camusso, alla giornata del 28 maggio che il Giubileo dedicherà ai problemi del lavoro.

 

6 maggio 2011

 

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Sciopero generale in Campania [da cgil.it]

E’ l’Italia migliore quella che ha scioperato oggi alla giornata di mobilitazione nazionale della Confederazione. L’Italia del lavoro che, unita in un grido comune dal Piemonte alla Sicilia, rivendica sviluppo per il Paese, un fisco più equo, diritti e dignità.
A Napoli, la manifestazione regionale è stata aperta dallo striscione “Si alla crescita e al lavoro. No ai tagli allo stato sociale e ai diritti”. In migliaia, i lavoratori e le lavoratrici di tutti i comparti produttivi (dal tessile, all’agroindustria) insieme agli studenti, ai precari, agli immigrati, ai pensionati della Campania hanno sfilato lungo le strade del capoluogo partenopeo, da piazza San Francesco a piazza Dante, dove si è tenuto il comizio della segretaria generale  Susanna Camusso.
Oltre tremila gli immigrati che hanno partecipato alla mobilitazione. Fermo il trasporto pubblico locale con un tasso di adesione a livello regionale del 50% e il blocco del servizio dei trasporto per la città di Napoli con il fermo della linea della metropolitana 1, della cumana e circumflegrea, della circumvesuviana.
Ventritré i voli cancellati a Capodichino e sensibile l’adesione anche del trasporto su gomma, con un’adesione del 35%.
Totali le adesioni dei lavoratori della clinica Center e dell’agenzia per la difesa CERIMART. Hanno scioperato inoltre, l’80% dei lavoratori della clinica Mediterraneo, il 65% degli addetti della Napoli Servizi, l’80% dei lavoratori di Città della Scienza, il 45% dei lavoratori Ipercoop, il 50% degli addetti dell’Avvocatura di Stato. DEl 60% l’adesione dei forestali, hanno toccato punte dell’80% quelli dei consorzi di bonifica e agrari. Hanno incrociato le braccia il 60% dei lavoratori edili impegnati nei cantieri delle linee 1 e 6 della metropolitana e il 70% degli addetti delle aziende Cementir di Maddaloni e Monnier di Avellino.
Gli interventi sul palco sono stati aperti da una giovane immigrata di seconda generazione, Susan Darboe, mediatrice culturale nata ad Aversa ma di origini nigeriane, che ha denunciato le condizioni degli immigrati nel CIE di Santa Maria Capua Vetere.
A seguire, il racconto di un ricercatore dell’Enea sulla vicenda del padre, ex operaio dell’Eternit morto per un mesotelioma; le testimonianze di una forestale; una giornalista precaria; un lavoratore metalmeccanico; un pensionato. Sul palco anche Biagio Luongo, sindaco di campagna, che ha denunciato i tagli alla cultura e le loro ripercussioni sul museo della Shoah della cittadina salernitana, Sergio D’Angelo del comitato il welfare non è un lusso e Maria Pia Zanni del comitato per l’acqua pubblica.
A concludere l’intervento della segretaria generale che ha puntato a smascherare, ad una ad una, tutte le bugie raccontate dal Governo a partire dal suo insediamento e dalla questione dei rifiuti, che puntualmente viene utilizzata a scopo esclusivamente elettorale, denunciando la mancanza di interventi seri a sostegno dello sviluppo economico, una questione nazionale che non può prescindere dal Sud; dei giovani; dei migranti.
“Noi non meritiamo questo Governo” ha affermato la Camusso. “Un Governo che non ci reputa lavoratori e cittadini ma dei sudditi da cui spremere risorse”. 
Al centro dell’intervento del segretario generale anche la situazione del Maghreb: “dobbiamo avere un rapporto di fratellanza con i paesi del Nord Africa. Un paese civile dovrebbe essere al  fianco di quei popoli mai contro di loro” e il piano di sviluppo.
“Che piano di sviluppo è per il Paese – ha detto – se non si parte dal Mezzogiorno?”  “Se non c’è un’idea sul Mezzogiorno è tutto il Paese che arretra”.
La Camusso infine si è rivolta a Confindustria e a Cisl e Uil, chiedendo alla prima un bilancio della strategia di divisione dei sindacati, di pratica degli accordi separati e di deroghe ai diritti dei lavoratori di cui è stata protagonista e ai secondi di ripartire dal fisco e dalla manifestazione di giugno ad essa legata per ricostruire i rapporti e l’unità sindacale. “Perché non farla insieme?”,  propone Camusso dal palco. “Troviamo un punto che segni la nostra autonomia come organizzazioni sindacali a partire da un’idea: chi ha di più deve pagare di più”.

A seguito della manifestazione la segretaria ha raggiunto la Curia partenopea per un incontro, con al centro il tema del lavoro, con il cardinale Sepe.
Nel corso dell’incontro la Camusso ha illustrato le motivazioni dello sciopero e sono stati affrontati i problemi del lavoro in Campania e nel Mezzogiorno, con particolare riferimento alla condizione dei giovani.
Il Cardinale Sepe ha sottolineato i problemi che attraversano il Paese e la città di Napoli e la necessità di rispondere alla forte richiesta di lavoro che viene dalle nostre terre che costituisce l’unica forza in grado di contrastare la criminalità organizzata e ha invitato la segretaria generale, Susanna Camusso, alla giornata del 28 maggio che il Giubileo dedicherà ai problemi del lavoro.

 

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