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20090408 FLC – Noi educhiamo, non denunciamo. Aderisci all’appello della CGIL e della FLC contro le leggi dell’intolleranza

8 aprile 2009

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Come purtroppo non era difficile prevedere siamo arrivati alle leggi dell’intolleranza, in palese contrasto con la nostra Costituzione e con le convenzioni internazionali sui diritti fondamentali.

Con il disegno di legge già approvato dal Senato, e ora in discussione alla Camera, viene introdotto il reato di soggiorno illegale. L’art. 362 del codice penale obbliga i pubblici ufficiali, pena una sanzione pecuniaria, alla denuncia dei reati di cui siano venuti a conoscenza nell’esercizio delle proprie funzioni.

È chiara la posizione in cui si verrebbero a trovare i docenti e dirigenti scolastici nel momento dell’esercizio della propria professione.

Anche la soppressione dell’art. 35, comma 5, del D.Lgs. 286/1988 che prevedeva il divieto di segnalazione, da parte dei medici, dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno, produce effetti all’interno della scuola rispetto alle iscrizioni degli alunni immigrati che non avessero effettuato le vaccinazioni obbligatorie e che quindi debbono essere indirizzati alle strutture sanitarie per mettersi in regola.

È evidente e per noi inaccettabile il disprezzo per la dignità e i diritti delle persone contenuti in questo disegno di legge. Nei confronti della funzione educativa della scuola e della deontologia professionale dei docenti di questo paese, tutto questo rappresenta una violenza intollerabile che non possiamo che respingere.

Ci chiediamo che relazione esiste tra la tanto acclamata e propagandata volontà di inserire tra le materie scolastiche lo studio della Costituzione e la predisposizione di una legge che si pone agli antipodi di una normale lezione di educazione civica.

Una visione così gretta dei rapporti sociali, della funzione educativa della scuola, del ruolo e della funzione di chi ci lavora va respinta e combattuta con forza e per questo invitiamo tutti quanti, personale ATA, docenti e dirigenti scolastici a sottoscrivere l’appello all’obiezione di coscienza.

Roma, 21 marzo 2009

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NOI EDUCHIAMO, NON DENUNCIAMO! TUTTE LE BAMBINE E I BAMBINI HANNO GLI STESSI DIRITTI

Appello della CGIL e della FLC all’obiezione di coscienza della scuola

La Costituzione della Repubblica italiana e lo Stato affidano alla Scuola, ai suoi dirigenti e ai suoi docenti il compito di garantire il diritto dei minori all’istruzione. L’articolo 34 della Costituzione recita:
La scuola è aperta a tutti

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. 

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

L’ONU con la “

 

Convenzione sui diritti dell’infanzia” affida agli stati nazionali lo stesso compito. L’articolo 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia recita:

1) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e, in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità;
a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti;

b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento; secondario sia generale che professionale, che saranno aperte a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità;
c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; 

d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.

L’articolo 29 sottolinea: d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità

della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.

della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.

 

 

 

La Costituzione italiana e la “Convenzione sui diritti dell’infanzia”, a quaranta anni di distanza, usano lo stesso linguaggio e sono sostenute dalla stessa etica, rispetto ai diritti dei minori e ai doveri dello stato.

Oggi, al contrario, nel nostro Paese il governo Berlusconi si appresta a esigere che docenti e dirigenti scolastici ignorino il Dettato costituzionale e I diritti sull’infanzia! Infatti il Disegno di legge sulla sicurezza, approvato in questi giorni al Senato e in discussione alla Camera dei deputati, istituendo il reato di soggiorno illegale per i migranti irregolari, implica che tutti i pubblici ufficiali, e perciò, in quanto tali, anche i docenti e i dirigenti scolastici, se a conoscenza del reato, sono tenuti a denunciarlo.

La CGIL e la FLC Cgil chiedono a tutti i docenti e dirigenti scolastici e alle loro associazioni professionali di non subire questa iniqua imposizione, che li costringerebbero a tradire la Costituzione italiana e il proprio ruolo di garanti dei diritti dei minori che vivono nel nostro paese, di qualsiasi colore, popolo o religione essi siano.

Marzo 2009

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8 aprile 2009

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Come purtroppo non era difficile prevedere siamo arrivati alle leggi dell’intolleranza, in palese contrasto con la nostra Costituzione e con le convenzioni internazionali sui diritti fondamentali.

Con il disegno di legge già approvato dal Senato, e ora in discussione alla Camera, viene introdotto il reato di soggiorno illegale. L’art. 362 del codice penale obbliga i pubblici ufficiali, pena una sanzione pecuniaria, alla denuncia dei reati di cui siano venuti a conoscenza nell’esercizio delle proprie funzioni.

È chiara la posizione in cui si verrebbero a trovare i docenti e dirigenti scolastici nel momento dell’esercizio della propria professione.

Anche la soppressione dell’art. 35, comma 5, del D.Lgs. 286/1988 che prevedeva il divieto di segnalazione, da parte dei medici, dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno, produce effetti all’interno della scuola rispetto alle iscrizioni degli alunni immigrati che non avessero effettuato le vaccinazioni obbligatorie e che quindi debbono essere indirizzati alle strutture sanitarie per mettersi in regola.

È evidente e per noi inaccettabile il disprezzo per la dignità e i diritti delle persone contenuti in questo disegno di legge. Nei confronti della funzione educativa della scuola e della deontologia professionale dei docenti di questo paese, tutto questo rappresenta una violenza intollerabile che non possiamo che respingere.

Ci chiediamo che relazione esiste tra la tanto acclamata e propagandata volontà di inserire tra le materie scolastiche lo studio della Costituzione e la predisposizione di una legge che si pone agli antipodi di una normale lezione di educazione civica.

Una visione così gretta dei rapporti sociali, della funzione educativa della scuola, del ruolo e della funzione di chi ci lavora va respinta e combattuta con forza e per questo invitiamo tutti quanti, personale ATA, docenti e dirigenti scolastici a sottoscrivere l’appello all’obiezione di coscienza.

Roma, 21 marzo 2009

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Appello della CGIL e della FLC all’obiezione di coscienza della scuola

La Costituzione della Repubblica italiana e lo Stato affidano alla Scuola, ai suoi dirigenti e ai suoi docenti il compito di garantire il diritto dei minori all’istruzione. L’articolo 34 della Costituzione recita:
La scuola è aperta a tutti

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. 

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

L’ONU con la “

 

Convenzione sui diritti dell’infanzia” affida agli stati nazionali lo stesso compito. L’articolo 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia recita:

1) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e, in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità;
a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti;

b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento; secondario sia generale che professionale, che saranno aperte a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità;
c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; 

d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.

L’articolo 29 sottolinea: d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità

della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.

della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.

 

 

 

La Costituzione italiana e la “Convenzione sui diritti dell’infanzia”, a quaranta anni di distanza, usano lo stesso linguaggio e sono sostenute dalla stessa etica, rispetto ai diritti dei minori e ai doveri dello stato.

Oggi, al contrario, nel nostro Paese il governo Berlusconi si appresta a esigere che docenti e dirigenti scolastici ignorino il Dettato costituzionale e I diritti sull’infanzia! Infatti il Disegno di legge sulla sicurezza, approvato in questi giorni al Senato e in discussione alla Camera dei deputati, istituendo il reato di soggiorno illegale per i migranti irregolari, implica che tutti i pubblici ufficiali, e perciò, in quanto tali, anche i docenti e i dirigenti scolastici, se a conoscenza del reato, sono tenuti a denunciarlo.

La CGIL e la FLC Cgil chiedono a tutti i docenti e dirigenti scolastici e alle loro associazioni professionali di non subire questa iniqua imposizione, che li costringerebbero a tradire la Costituzione italiana e il proprio ruolo di garanti dei diritti dei minori che vivono nel nostro paese, di qualsiasi colore, popolo o religione essi siano.

Marzo 2009

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