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Concorso dirigenti 2012: informativa sindacale del giorno 21 luglio 2016

Immissioni in ruolo dei dirigenti scolastici.

Il direttore generale disattende le procedure già adottate

e chiede i curricula ai candidati.

 

21 luglio 2016, ore 12,00. Napoli via Ponte della Maddalena, 30 °C. Aria tesa nella torrida mattinata napoletana. La dottoressa Franzese presenta la circolare bozza sulle immissioni in ruolo dei neo ds del tormentato concorso del 2012.

Apprendiamo che la procedura adottata l’anno precedente, ovvero la convocazione secondo l’ordine di graduatoria, sarà sostituita da una assegnazione su domanda con desiderata e curriculum, senza che la nota dirigenziale precisi alcun criterio oggettivo. Quale sarà l’illuminazione dirigenziale che consentirà di individuare il dirigente migliore per una scuola tra candidati che finora sono stati docenti, rimane un mistero. Inspiegabile, immotivata, illogica, incoerente rimane per noi tale decisione.

 

La FLC ha fortemente contestato questo orientamento per una serie di motivi:

  • la disparità di trattamento dei neo DS che, pur appartenendo alla medesima procedura concorsuale, saranno trattati in modo diverso dall’Amministrazione;

  • la circolare, pur richiamando il 165/2001, non rispetta il dettato normativo, che non attribuisce alla direzione la mera discrezionalità, bensì la prerogativa di dettare i criteri cui si atterrà nel delicato compito di attribuzione delle sedi (quali saranno le specifiche dei curricoli oggettivamente dirimenti in caso di concorrenza? Interrogativo senza risposta);

  • la pubblicità, anche nella delicata fase dell’informativa sindacale, è un elemento formale e sostanziale, qualificante nell’ambito della trasparenza amministrativa, che non può ridursi alla semplice enunciazione della discrezionalità dirigenziale.

La FLC ha dunque chiesto con forza di mantenere la convocazione dei neo ds e la possibilità di scegliere secondo l’ordine di graduatoria, quale unico criterio oggettivo e dirimente in caso di concorrenza. O forse la procedura concorsuale non è ritenuta rappresentazione del merito dei concorrenti dalla stessa Amministrazione che la ha attuata? I concorsi servono o no a selezionare quelli che hanno dedicato più tempo e maggiore attenzione ad imparare i rudimenti del mestiere di dirigente?

L’individuazione secondo l’ordine di graduatoria è di fatto l’unico criterio oggettivo utilizzabile, visto che i docenti-futuri dirigenti, proprio per la loro qualifica di docenti, non hanno ancora palesato le loro qualità dirigenziali, in questa fase solo supposte o, peggio, immaginate.

Alla fine la dottoressa Franzese sbotta ammettendo che la sua valutazione non potrà prescindere dalla graduatoria, ma comunque si riserva altri criteri:

  • titoli ed esperienze professionali;

  • anni di servizio e tipologia di docenza;

  • esigenze di famiglia o obblighi di legge (104 e altre situazioni documentate) e territorialità (residenza).

Le perplessità e i dubbi rimangono tutti: perchè l’Amministrazione intende aumentare il suo potere discrezionale? Perchè è cosi riottosa a fornire elementi utili a rendere oggettive e trasparenti le operazioni amministrative nel confronto sindacale? Perchè si declassano le norme sulla trasparenza e pubblicità degli atti, importanti e qualificanti proprio nei processi attinenti alle scelte della pubblica amministrazione, a cominciare dalla condivisione con le parti sindacali?

Si parla poi delle reggenze, un problema oggettivo al quale non si riesce a trovare soluzione sistemica in questa regione, nonostante lunghe e tormentate riunioni provinciali e regionali. La FLC ha chiesto da tempo una commissione paritetica per dare maggiore potere di proposta e orientamento al delicato processo. L’Amministrazione, pur convenendo sulla necessità di razionalizzazione e di interventi decisi, che sicuramente consentirebbero di recuperare autonomie e qualità dei servizi scolastici, non ha istituito la commissione.

Anche qui viene da chiedersi: a chi giova avere ben 46 scuole sottodimensionate e molte altre asfittiche, addirittura alcune “ideate” di proposito, con specifiche delibere di enti locali e province, in modo da essere destinate alla perdita dell’autonomia? E soprattutto, perchè questa Regione non riesce a produrre una rete scolastica stabile ed efficiente? Ma davvero si pensa che un sistema regionale con 46 sedi senza dirigente né direttore amministrativo sia ineluttabile?

Quello che è sotto gli occhi di tutti è che tanti dirigenti si sobbarcano un difficile doppio lavoro a fronte di minimi riconoscimenti economici, altri sono obbligati nelle scuole più periferiche, mentre rimangono tutti i problemi delle scuole con direzioni “part time”.

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